Raffica di vento (Cap 13.9)
Sono molto stanca anzi già addormentata quindi rileggerò domani, cioè oggi, più tardi, appena mi sveglio, quello che sono riuscita a scrivere.
thanks per la comprensione, sicuramente più ampia della mia che fra caldo e birre gelate per fronteggiare l’alta temperatura… Beh non so bene cosa mi è saltato fuori!

Procuste: Puntate precedenti
“El viento, galán de torres,
la prende por la cintura.”
Arbolé, arbolé – Federico Garcia Lorca
« Quod tibi nomen est? »
Glielo stava chiedendo calmo ma serio e autorevole. Non serviva gridare perché i demoni sentono senza orecchie, recepiscono meglio gli stati d’animo che le voci e perché le armi del suo ministero erano la calma e la sicurezza; in altre parole la fiducia.
Nives, o meglio qualcun altro dentro di lei, tossì come per liberarsi la gola dal catarro mentre simultaneamente le usciva un coro polifonico.
« Procuste, e siamo in sette. »
Quando un demone rivela il suo nome è sconfitto. È come se sventolasse la bandiera bianca per annunciare la resa perché un male e rivelando il nome della malattia il medico può curare il paziente.
Quel male infatti, sembrò trasudare lentamente via da Nives mentre un’aria più umida, pesante e una luce opalescente si spandeva per la stanza.
I loro nomi sono più che altro mansioni, come dottore, avvocato, insegnante, elettricista e per questo ce ne potevano essere molti a chiamarsi così, proprio come un medico può essere generico, pediatra, dermatologo, cardiochirurgo, urologo, oculista…
Forse erano in sette lì dentro, perché quando un esorcista comanda i demoni sono costretti a dire la verità ma la verità la si può dire in tanti modi, anche per simboli, metafore e i demoni a loro modo sono dei gran artisti, artisti della confusione.
Sette è il numero completo, indica la totalità e non il numero matematico, non sempre.
L’espressione del vecchio esorcista era neutra, come se tutto ciò gli fosse indifferente, come se fosse un’operazione di routine eseguita fin troppe volte.

Non sarebbe dovuto essere solo lì, non era previsto ma aveva chiesto la protezione degli angeli, anche di quelli dei quali era vietato pronunciare i loro nomi dalla Chiesa Cattolica ma non dalle altre religioni cristiane e non soltanto.
D’altronde la stanza si stava deformando, nei colori e nelle forme e chiunque, anche se pio o bigotto sarebbe rimasto psichicamente danneggiato a quella vista, salvo forse, un ragazzino abituato a vivere con la realtà virtuale.
Distorcere la realtà nelle cose e manipolare i pensieri nelle teste era normale per certi demoni ed era normale trovarcisi in mezzo per padre Ivan che, con uguale freddezza e sicurezza cominciò le invocazioni agli angeli dell’apocalisse, i santi.
« Squallido servo! »
Disse un piccolo coro con un tono vocale tanto volgare quanto falso simultaneamente ad una risatina e tutte quelle voci uscivano da una sola bocca, quella di Nives.
« Ci piace fare del male perché valete nulla » dissero, e seguì uno scroscio di applausi come di approvazione e tutto usciva dalla bocca di Nives.
Il vecchio esorcista adesso sembrava così giovane e forte davanti a queste scene e con uguale freddezza bisbigliò un salmo e ogni tanto ripeteva un po’ più forte « Salva me ex ore leònis ».

E Procuste, ogni volta a quelle parole, ringhiava.
« Siamo alla guerra di noi contro loro e di tutti contro tutti» lo disse con il piacere di un carnefice e al ritmo di un rullo di tamburi.
Iniziò con l’esorcismo, quello canonico, quello duro, quello che inizia con “Exorcizo te” e rende pazzi rabbiosi quei malvagi che vengono costretti a riconoscere il valore degli uomini e se ne devono andare.
Da tutta Nives, dalla sua bocca come quando si espira, da ogni poro della pelle come sudore cominciarono ad uscire fumi, fumi colorati simili ad aurore boreali che presero a vagare per la stanza diventata scura come l’antro di una grotta.
L’ambiente ne fu pieno ma seppur in movimento non si mescolavano fra di loro come se fossero incompatibili, come i sentimenti di spilorceria e sperpero non possono stare allo stesso momento in una persona.
La finestra si spalancò e molta di quella nebbia colorata si disperse nell’aria della città ma altre, più insolenti, rimasero a galleggiare vicino al soffitto, come in attesa.

L’esorcismo era terminato, Nives era stata liberata ma la ferita andava cauterizzata, ogni via di entrata andava bruciata perché da come continuavano a circondarla quei serpenti di fumo l’avrebbero ripresa. Pronunciò un altro esorcismo più veloce meno canonico anzi vietato ma che sapeva efficacissimo e iniziava così: « Conjuro te diabole per s. Urielem… ».
Un’assordante raffica di vento, caratteristica di certe giornate in una città ventosa come quella, entrò per la finestra aperta, aspirò ogni forza ostile e volò via come un turbine.
ஜ ๏ ⚓ ⎈ grazie della lettura, Bloody Ivy
Direi che hai trovato il modo di veicolare la tua vena artistica, forse il sonno, forse la birra… ^_^
a parlar di demoni non si sa mai che reazioni puoi suscitare.
Ho visto con molto piacere una serie simpatica e carina, Good Omens (dove il demone è un attore che ha indossato i panni del doctor who) e subito si son scatenati per bloccarla perché potrebbe incitare al satanismo…
cmq grazie ma non l’ho ancora riletto il post, magari stasera se riesco 🙂
A tal proposito ricordo quante critiche ebbe l’espansione sulle divinità di D&D quarant’anni fa… è probabile che, fornendo delle regole del tipo “osserva questi precetti, il tuo dio ti darà questi poteri e ti farà questi favori”, rendeva un gioco la religione! ^_^
E comunque, è sempre la stessa storia, è il metal che incita alla violenza, non la “grullaggine” delle persone.
Mi sono segnato il titolo, Good Omens, lo cercherò.
Per il post va bene così.
in fretta e furia (e no, non sono riuscita ancora a rileggermi il post…)
good omens te l’ho segnalata perché da quello che mi racconti del tuo lavoro di autore, potrebbe interessarti.
la serie me la sono vista (in inglese ma o è già uscita in ita o lo farà prossimamente) per il demone / doctor who 🙂 ma esiste anche il libro di uno scrittore vicino alle tue tematiche TERRY PRATCHETT.
anche alle mie tematiche… cioè, demoni, magia ma tutto con buon gusto (o almeno ci si prova) ciao
Eh ma Terry Pratchett, che nel frattempo dalla morte è stato raggiunto, a volte mi era antipatico… però dovrò rileggerlo.
non perdere tempo, al limite guarda qlc puntata della serie (mentre stai facendo qualcosa che non sia lavoro intellettuale) 😉
😀 😀 😀
voglio dire… è come se gli animalisti si mettessero a raccogliere firme per censurare Godzilla per scene di troppa violenza sugli animali
Non vorrei sbagliarmi, ma credo l’abbiano fatto…
Uh, giusto, come ti anticipai (o almeno credo di averlo fatto) ho citato il tuo racconto on line, presto – tempo permettendo – ne farò uno speciale sui racconti (on line). Da quel che ho capito dal tuo modo di scrivere hai in testa un’intero pentolone di idee, che viene fuori dall’aver letto mille libri (e giustamente direi) e questo pentolone, che ribolle, ha bisogno di essere impiattato.
Comunque la domanda te la faccio: perché si scrive on line?
A prestissimo (che per me può voler dire giorni e giorni! 😀 )
sì, anche secondo me il tempo segue le leggi di einstein e quelle quantistiche un po’ a casaccio e quindi non si può mai sapere quando leggo e rispondo ai commenti 🙁
bella la domanda. mi salvo la risposta per farne il prossimo post 😉
la risposta a questa domanda sarà il mio prossimo post allora
^_^ Perdona se qualche volta trovi miei commenti che si affastellano, ma non sempre riesco a capire se sono stati “presi” o finiti in spam.