Eroi, Martiri in Camice e Mascherina

“«Mi si è dischiuso un nuovo senso», mi dico. Tuttavia non riesco a capire in che cosa consista e perché mi senta un altro(…)”
Gustav Meyrink – Il domenicano bianco
Sono sdegnata da tutti quelli che continuano a lagnarsi con il governo, i politici, i giornalisti, persino con i virologi. I lamentosi, che nella vita fanno i politici (e quindi lo scopo è bieco) o i tuttologi che pretendono di aver sempre ragione (post hoc, ergo propter hoc narcisisti fin nelle midolla).
Me ne distacco. Non mi interessa più vederli, né ascoltarli, né discutere con loro. Faccio come le tre scimmiette sagge: non vedo, non sento, non parlo.
Non eravamo pronti.
Muoiono tante persone. E, per come la vedo io, questo nuovo clima incerto ed ammorbato da corona virus continuerà per qualche anno, con malattie, crisi economiche e chissà che altro.

Però è anche un tempo meraviglioso, tanto da lasciare senza fiato, fortissimo e commovente, per la gioia e il dolore. Sono onorata di aver la possibilità di potermi muovere in questo tempo di eroi e magari poter dare un piccolo pressoché insignificante contributo; non so ancora come ma ci sto pensando, seriamente.
Per questo vale la pena distaccarsi dai lamentosi. Perché è il tempo dei martiri e degli eroi.
Io finora avevo associato il termine martire a personaggi del calibro di Massimiliano Kolbe, con il tatuaggio numero 16670 ad Auschwitz che, si offrì di morire al posto di un condannato a morte.
Ma adesso siamo saliti ulteriormente di livello!
Ci sono schiere di eroi pronti a rischiare la propria vita per aiutare il prossimo, indipendentemente se questo meriti o meno; anche per salvare un bastardo sono pronti perché la vita di chiunque è inestimabile.
Medici, operatori sanitari, giovani, appena laureati, nel pieno della loro carriera o ritornati senza indugio sul campo dopo la pensione vista l’emergenza. E già tantissimi si sono contagiati e molti sono morti convinti di voler fare il proprio dovere di medico o infermiere fino all’ultimo. Se non sono martiri ed eroi questi… una dimostrazione di coraggio da rabbrividire.

Avevo promesso ad una blogger che avrei raccontato della mia quarantena e sicuramente lo farò, ma un’altra volta. Mi scuso.
Buona strana settimana
Bloody Ivy
I medici, in una situazione del genere, si trovano davvero in trincea, ma continuo ad aver paura che si cada nel retorico: il nostro sostegno fa bene a tutti loro in modo indicibile, ma quando sento televisione e giornali ripetere le tue stesse parole, mi immagino che cosa possa pensare il medico di turno. “Ma non eravate gli stessi che due mesi fa esaltavano un paio di politici cretini, che dicevano abbraccia un Cinese? Ma non eravate gli stessi che due anni fa esaltavano altri politici cretini, per i quali gli ospedali piccoli sono pericolosi e bisogna tagliare la sanità, che è spesa pubblica improduttiva?” Basta che cambi la persona che dice una frase, e cambia tutto il senso. Anche questo, se vogliamo, è straordinario e, a volte, dannoso: ci sono persone che non vogliamo ascoltare e magari hanno ragione (quindi ci ostiniamo a non volerle ascoltare) e altre che non hanno ragione, ma che vogliamo ascoltare per mille motivi.
Io penso sempre, quando si parla di retorica in quel brutto senso che dicevo prima, a un aneddoto di tempi simili a questi: mio nonno, appena maggiorenne, spedito a fare il soldato in Albania, si era trovato in mezzo ai Tedeschi dopo l’8 settembre del ’43; ti lascio immaginare i sorrisi, le pacche sulle spalle… Il camion diretto al primo campo di prigionia. Riuscì a salvarsi per il rotto della cuffia, aiutato da un ufficiale italiano che era anche lui tra i prigionieri e l’aveva preso in simpatia: fece il piano di fuga, diede le istruzioni a mio nonno; scapparono sapendo di non doversi fermare né voltare indietro. Solo mio nonno arrivò fuori tiro, mentre l’ufficiale morì alle sue spalle, preso da un proiettile.
Nascosto dagli Albanesi per un certo tempo, poté riunirsi a qualche rimasuglio del nostro esercito e fu portato a Brindisi, insieme a tutti gli altri scampati. Le truppe, sofferenti, distrutte da indesiderabili avventure come quella toccata a mio nonno, col morale sotto i tacchi e, magari, qualche ferita o mutilazione, ricevettero un solo ordine: “Adesso arriva il re. Tutti sull’attenti e gridate ‘evviva!'”.
Il tappo si presentò all’ora convenuta: all’attivo aveva due ingressi in guerre mondiali l’avallo al regime, un armistizio nel momento meno indicato per farlo e la fuga da Roma alle prime voci di bombardamenti. Per tutta l’ispezione, non volò una mosca.
grazie della storia anzi documento storico.
scusa il ritardo. Interessante. Dagli “archivi di famiglia”.
non mi permetto di aggiungere nemmeno una parola io, in “finta quarantena” dentro casa, ai racconti di guerra su un 18enne.
(appena maggiorenne!!!).
senza parole
Hai ragione Boody Ivy!
Se si ascolta il notiziario, sembra che il mondo abbia capito solo adesso l’importanza del corpo medico, della loro vita difficile e dei loro sacrifici personali per svolgere il loro difficile, ma prezioso lavoro. Medici in corsia, chirurgi, infermieri, personale sanitario hanno sempre una vita difficile (per via degli orari assurdi e della mole di lavoro) e svolgono mestieri difficili con delle condizioni non sempre buone.
Ma se esistono dei lati positivi di questa pandemia, uno di loro sarebbe che molti di noi abbiano preso coscienza del vero lavoro in ospedale: non è come una puntata di E.R o un hospital romance, ma bensì un eterno film dell’orrore nel quale i pazienti possono morire per davvero.
Ho personalmente conosciuto medici e chirurgi che lavorano in un grande ospedale e posso dire che la loro vita non è quella di uno che fa le sue ore di lavoro e poi si torna a casa, me è una vocazione che implica tanti sacrifici e il mondo dei medici è tutt’altro che eroico: ci sono delle lotte interne per salire nella gerarchia, ottenere dei corsi di aggiornamento, c’entrano a volte il nepotismo e la corruzione… come in ogni ambiente umano, ci sono quelli buoni, ma anche quelli che non lo sono.
Il personale sanitario svolge da sempre un lavoro faticoso ed essenziale, merita il nostro rispetto e non solo in questi tempi bui.
medici e infermieri.
ci sono lavoro dai quali stacchi e finite le tue ore non ci pensi più e poi vocazioni e sono veri e propri coraggiosi (eroici) percorsi di vita.
Scimmietta anch’io. Ascolto i tg per gli ultimi aggiornamenti ma quando partono certe persone … cambio. Il corpo medico ha un cuore grande, in questa difficile e sconosciuta oserei dire situazione. Sono in prima linea mentre noi, ringraziando Dio, siamo in casa e dobbiare fare UNA sola cosa, UNA … #stareacasa . Silenzio, dobbiamo stare in rispettoso silenzio e lasciare che questi Angeli (aggiungo Corpo Militare. Protezione Civile, Volontari) ci aiutino a tornare a vedere il mare, a correre in un prato, ad abbracciare i nostri cari, a … . Un abbraccione grande grande, guardando questo meraviglioso cielo azzurro, tanto tanto azzurro!
sì, stare a casa o comunque con comportamenti corretti anche quando ci diranno che tutto si sta risolvendo.
è il momento peggiore! tutti contenti, fuori a festeggiare, a brindare. è l’attimo prima della seconda ondata, più dura, più scioccante, più deleteria.
non mi crede nessuno, mi dicono che sono un uccellaccio del malaugurio ma il mio non è voler “portar sfiga” ma sapere salvati tutti.
stiamo a casa! magari in tempi migliori non con degli arresti domiciliari così ristretti ma stiamo a casa ed evitiamo i contatti anche dopo (cinema, locali…) e l’economia? sì lo so… anche io devo pensare a cosa potrò fare dopo l’epidemia ma… santa pazienza.
le epidemie, dalla peste alla spagnola, durano 2 anni. poi il virus muta o trovano la cura ma questo è molto pericoloso.
Più pericoloso dell’ebola dove ti scoprivi malato dopo poco, massimo due giorni. Qui ti scopri malato dopo 14 a volte 21 giorni e nel frattempo hai tanti contatti.
non è per spaventare, è per salvare. bisogna stare a casa!!! perché se ci ammaleremo allora in ospedale ci sarà posto e ci potranno curare senza problemi, sennò no.
ok… mi sa che ho esagerato, sta scendendo la sera e anche i pensieri si fanno più cupi mi sa… ma alla fine, chiaro che festeggeremo!!! smack!
parole sante…che tutti dovrebbero leggere
grazie, sì